La versione di Garcia sullo "sciopero" dei piloti EnduroGP
- A cura della redazione
- 1 giorno fa
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In un video messaggio Josep Garcia ha spiegato il suo punto di vista sul convulso day 2 del GP di Spagna, condizionato dal maltempo

Come raccontato in questo articolo (qui), la seconda giornata della EnduroGP di Oliana è stata caratterizzata da una sorta di "rivolta" di alcuni piloti, determinati a far capire che l'aver ridotto così tanto il percorso e le prove speciali avrebbe portato a un tempo di gara troppo basso per un Campionato del Mondo.
Tra i piloti più fermi a non prendere il via c'era Josep Garcia, nonostante si corresse proprio il suo GP di casa. Garcia ha guidato il gruppo dei piloti d'accordo con questa valutazione, mentre cresceva parallelamente la voglia da parte di altri piloti, ma soprattutto team manager, di voler prendere il via comunque. Alla fine Bernardini ha messo la prima ed è partito, seguito da tutti gli altri e la gara si è disputata in modo tutto sommato regolare.
A fine gara Josep è stato molto criticato per la sua azione e ha voluto chiarire il suo punto di vista con un video messaggio che postiamo qui sotto, con tanto di traduzione del suo contenuto.
"Faccio questo video per chiarire quello che è successo domenica al GP di Spagna. Ho ricevuto molti messaggi accusatori e volevo dire che io non ho guidato nulla, semplicemente ho vissuto la situazione. Quando ci siamo svegliati al mattino le condizioni erano estreme, diluviava molto forte e la partenza è stata rimandata. A quel punto c’è stato un incontro non ufficiale e non organizzato nel camion della KTM, semplicemente ci siamo ritrovati lì con i responsabili della FIM e abbiamo deciso di chiamare anche gli altri piloti e team manager per decidere cosa fare tutti insieme.
I commissari della FIM ci hanno detto che non c’erano le condizioni di sicurezza per il corretto svolgimento della gara, che l’enduro test non era accessibile alle ambulanze e che l’elisoccorso non avrebbe potuto volare in quelle condizioni. Come soluzione hanno portato quella di tagliare l’extreme test e modificare molto il cross test. Ma, a quel punto, tutti i piloti hanno concordato che non valeva la pena correre un GP iridato con un tempo totale delle speciali inferiore ai 30 minuti. E lì eravamo tutti d’accordo sul non prendere il via alla gara; non era questione di fango, ma per le condizioni che la FIM ci aveva proposto.

L’unica cosa che potevamo fare era coalizzarci tra noi e non disputare la gara, perché nessuno voleva partire. A un certo punto è stato comunicato che la partenza della gara sarebbe stata alle 11, anche se mancavano pochi minuti. Per me si trattava del GP di casa e quindi avevo piacere di correrlo; è sempre un’occasione speciale per me. Così ho deciso di prendere la moto dal parco chiuso, ma anche di fermarmi qualche decina di metri dopo. E così abbiamo fatto io e Pichon, d’accordo con tutti gli altri. Io non ho bloccato nessuno, chi voleva poteva proseguire. Ma tutti si sono fermati, perché avevano rispettato quello che avevamo deciso tutti insieme.

Il tempo poi è migliorato e intorno alle 13 un pilota ha deciso di partire. Era uno dei piloti che erano d’accordo sul non correre e aveva specificamente detto di non voler prendere il via davanti a tutti. Ma poi ha deciso di partire. A quel punto siamo partiti tutti e abbiamo corso la giornata.
Molti non sanno quello che è successo e mi dispiacere leggere tutti quei commenti; non c’entra niente il fatto che fossimo in Spagna su quanto accaduto. Quello che vorremmo noi piloti di enduro è essere ascoltati di più e servirebbe una commissione di sicurezza come in altre discipline motoristiche. Sarebbe un bel passo in avanti per l’enduro, in un percorso evolutivo. Peccato che sia andata così, perché era davvero una gran bella gara".
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