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Bajaj è la nuova proprietaria di KTM

  • Immagine del redattore: Marco Gualdani
    Marco Gualdani
  • 28 ott
  • Tempo di lettura: 3 min

Il 10 novembre Bajaj avrà il 100% delle azioni di Pierer, raggiungendo il 75% del totale. Annunciato un drastico taglio dei costi: “Troppi dirigenti, pochi operai". La produzione va in India

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La Commissione austriaca per le acquisizioni ha dato il via libera: la società indiana Bajaj Auto International Holdings BV potrà acquisire il controllo totale di Pierer Mobility AG, la holding che detiene i marchi KTM, Husqvarna e GASGAS. L’operazione, definita nell’ambito delle “misure di ristrutturazione” del gruppo, sarà completata il 10 novembre 2025, dopo l’approvazione delle autorità antitrust di sei paesi e dell’Unione Europea.


Bajaj, che già possiede il 49,9% della joint venture Pierer Bajaj AG, acquisirà da Pierer Industrie AG il restante 50,1% delle azioni, arrivando così al 100% della società intermedia che controlla il 74,9% di Pierer Mobility AG. Il restante 25,1% resterà in mano a investitori esterni, mantenendo la quotazione alla Borsa di Vienna.


L’acquisizione avverrà senza offerta obbligatoria verso gli altri azionisti e sarà parzialmente compensata dai consistenti prestiti concessi da Bajaj negli anni scorsi per evitare il fallimento del gruppo austriaco.


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La Commissione austriaca ha stabilito alcune condizioni di trasparenza: tutte le operazioni economiche correlate a Stefan Pierer o alle sue società dovranno essere rese pubbliche entro la fine del 2026, e l’intero passaggio di poteri doveva essere comunicato immediatamente. Si discute inoltre di una possibile acquisizione di asset immobiliari legati a KTM, attraverso una società collegata denominata Immoreal.


Formalmente, la nuova casa madre sarà Bajaj Auto International Holdings BV, con sede nei Paesi Bassi, a Milsbeek, presso il quartier generale europeo di KTM Netherlands. Da lì verrà gestita l’intera catena societaria che porta fino a Mattighofen, dove rimangono la sede storica e la produzione principale dei modelli europei, tra cui le trial GASGAS.


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Con l’acquisizione ormai certa, il CEO Rajiv Bajaj ha moltiplicato le interviste, delineando una visione chiara del futuro del gruppo. In un’intervista al canale economico indiano CNBC-TV18, ha affermato senza mezzi termini: “La produzione europea è morta. I costi sono troppo alti, i salari eccessivi, gli orari di lavoro brevi, l’energia costosa e la politica industriale inefficiente. È inevitabile spostare sempre più attività verso l’India”.


Bajaj ha annunciato anche una drastica riorganizzazione dei costi generali: “Vediamo l’opportunità di ridurre i costi di oltre il 50%, soprattutto nel personale amministrativo e manageriale. Ci sono troppi dirigenti che gestiscono altri dirigenti, mentre sono gli operai a costruire le moto”.


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Secondo il manager indiano, Pierer Mobility ha oggi circa 4.000 dipendenti, di cui solo 1.000 operai e 3.000 impiegati. Una sproporzione che Bajaj giudica “assurda” e che sarà corretta attraverso un profondo snellimento della struttura, anche nei reparti di ricerca e sviluppo, marketing e gare sportive. “Mi ricorda quello che ha detto Mark Zuckerberg sui manager che gestiscono i manager che gestiscono i manager che gestiscono le persone che fanno il lavoro”, ha commentato Bajaj con tono ironico.


Bajaj ha già formato un nuovo gruppo dirigente, combinando manager indiani con figure storiche di KTM. Tra le novità ci sono un nuovo CFO e un direttore delle risorse umane scelti direttamente da Bajaj, mentre resta incerta la posizione del CEO Gottfried Neumeister, nominato da Stefan Pierer poco prima della transizione. Il nuovo proprietario non risparmia critiche alla vecchia leadership: “Il mio primo guru del management mi ha insegnato che la principale causa del fallimento delle aziende è l’avidità. E negli ultimi dodici mesi ho visto questa avidità dentro KTM”.


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L’acquisizione segna la fine dell’era Pierer e l’inizio di una fase di profonda trasformazione per KTM, Husqvarna e GASGAS. Bajaj, che in India è già un colosso con milioni di moto prodotte ogni anno, promette di rendere sostenibile e più competitiva la produzione europea, ma la direzione è chiara: più India, meno Austria.

Il 10 novembre, con il completamento ufficiale dell’acquisizione, il gruppo di Mattighofen entrerà in una nuova geografia industriale e culturale in cui la leadership sarà definitivamente indiana.



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