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Le pagelle del Supercross di Daytona

  • Immagine del redattore: Mark Terenziani
    Mark Terenziani
  • 3 mar
  • Tempo di lettura: 3 min

Daytona è una gara speciale quanto atipica nel calendario Supercross; e per questo non smette mai di regalare emozioni, proprio come le nostre pagelle!

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10- ROCZEN: vorrei dargli 11 come il numero di volte che ha corso questa gara senza vincerla e sarebbe anche poco. Davanti a una prestazione così c’è solo da godere, tanto, tantissimo. In alcuni tratti di pista faceva proprio un’altra cosa rispetto al resto del gruppo. Se non fosse per quei doppiati che lo hanno fatto finire con la bocca piena di sabbia qualche gara fa sarebbe lui la tabella rossa. Mi ripeto, NON SUCCEDE, MA SE SUCCEDE...


9- PISTA: il tracciato di Daytona era davvero spettacolare, come sempre del resto. Tante possibilità per le serie ritmiche, per le curve, c’era davvero da sbizzarrirsi. Il wall jump nei pressi del traguardo che alcuni doppiavano, la doppia traiettoria dentro-fuori/fuori/dentro, Ken nella curva sopraelevata faceva paura per come interpretava quei pochi metri di tracciato. TUTTO MOLTO BELLO


8- WEBB: una serata perfetta, non fosse per quel piccolo errorino che gli fa perdere contatto con Roczen. Sa gestire i rischi, aspetta o attacca solo quando è necessario. Sembra essere il più a posto di tutti soprattutto nella "centralina dentro al casco". Allunga in campionato in una serata in cui finire a gambe all’aria era facilissimo. IMPERTURBABILE


HAMPSHIRE: il buon RJ sa come fare emozionare i fan e quando gli gira tutto per il verso giusto è un osso duro per chiunque scenda in pista. Saluta il gruppo e si gode la gara “di casa” in santa pace. Trova anche il tempo di essere l’unico a scendere sotto all’1'20'' nel main event, per non farsi mancare nulla. Vorremmo vederlo sempre così. GALLINA VECCHIA...


7- COOPER: velocissimo nelle crono si dimostra solido anche in gara, arriva quarto con uno sprint finale che nemmeno Usain Bolt negli anni migliori. CONCRETO


PLESSINGER: il cowboy più amato del paddock è tornato, almeno per Daytona. Il pubblico impazzisce ad ogni suo sorpasso e quando passa in testa sembra venire giù l’autodromo più famoso del pianeta. Si spegne un po’ nel finale quando Webb e Roczen iniziano a fare sul serio ma il podio è suo. BENTORNATO


VIALLE: quante volte ho già scritto che il numero 1 è pesante come un macigno? Tom ne è l'ennesima la dimostrazione pratica. A Daytona parte in testa e vorrebbe scappare ma Hampshire non è d’accordo. Sembra gli manchi un po’ di grinta, come dice Dungey, che lo vede guidare in allenamento: “ha tutto sotto controllo”. QUANDO HAI TUTTO SOTTO CONTROLLO VUOL DIRE CHE STAI ANDANDO TROPPO PIANO (cit.)


6- HYMAS: il ragazzo sta rientrando da un brutto infortunio al ginocchio ed è in crescita, gli soffiano il podio a poco dal termine ma non perdiamolo di vista. LE COSE BUONE SUCCEDONO A CHI SA ASPETTARE


5- KITCHEN: nella heat volava, nella finale ancora di più ma… forse galvanizzato dalla facilità con cui tutto gli riesce, affronta con “leggerezza” il tratto più veloce dell’insidioso tracciato disegnato da Ricky Carmichael e fa un volo da paura. Esce in barella facendo cenno che è tutto ok, ma gli accertamenti hanno evidenziato la frattura della clavicola e anche di due vertebre; la botta è stata grossa, bella grossa. VELOCE, ANCHE TROPPO


4- ANDERSON: parte in testa, sembra che sia la volta buona poi fa la gara del gambero. Sembra che in pista ci siano due piloti diversi nelle due metà di gara. Uno veloce ed aggressivo e uno timido e impacciato. DOTTOR JEKYLL AND MISTER HYDE


3- SEXTON: sembra finito in un loop fatto di sfortuna, errori grossolani e cali fisici da cui deve uscire velocemente se vuole avere Webb “on-sight” per la lotta al titolo. Nella heat fa un volo che fa tremare tutti sugli spalti, domina la LCQ e va in finale. Ha fretta di dimostrare che può uscire dalla crisi senza problemi ma così facendo si sta complicando la vita ancora di più. Basterebbe una gara solida senza troppi errori per ritrovare un po’ di morale. Velocissimo ma non basta. CRISI NERA


2- sono i secondi che Sexton ha rifilato al secondo (perdonatemi il gioco di parole) dopo la prima sessione di prove cronometrate. Gli ingredienti per una serata emozionante c’erano già tutti. LA VELOCITA NON MANCA


1- anche questo non è un voto ma il numero di piloti che sono scesi sotto all’1'19'' nella finale 450. Vi lascio indovinare, solo un indizio, ha una moto gialla… GIALLO COLORE DELL’ANNO


0- i giri fatti da McAdoo nel main event. Il ragazzone è stato eroico ad arrivare fin qui con un ginocchio nelle sue condizioni ma la pista di Daytona non perdona se non sei al 100%. Dopo crono e heat non si schiera per la finale, vedremo cosa diranno gli accertamenti. SPERIAMO BENE


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