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Boschi: "Una gara che resterà nella storia"

  • Immagine del redattore: Marco Gualdani
    Marco Gualdani
  • 18 ago
  • Tempo di lettura: 3 min

Abbiamo raggiunto Riccardo Boschi del Team JK Racing per farci raccontare l'incredibile weekend di Isak Gifting nella MXGP di Svezia

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Quante volte, durante la notte, abbiamo sognato di superare in discesa gente come Herlings o Febvre in un GP mondiale? E di venire acclamati da migliaia di persone presenti praticamente solo per noi... Poi, però, puntualmente capita che suoni la sveglia quando sei a poche curve dal traguardo e il sogno svanisce. Più o meno è questo quello che è successo a Isak Gifting nel suo GP di Svezia a Uddevalla. Dopo essere finito a terra in gara 1 assieme a Gajser, lo svedese del Team JK Racing ha sfiorato l'impresa impossibile in gara 2. Terzo per gran parte della gara, si è inventato due stupendi sorpassi in discesa per prendersi la testa della corsa all'ultimo giro. Il tutto in sella a una moto di un team satellite, a gestione familiare! Ormai era fatta, ma una scivolata a pochi metri dal traguardo ha negato a lui e al pubblico un'emozione meritata. Peccato. Ma resta comunque l'impresa di un ragazzo che ha messo il cuore e la voglia di vincere davanti a tutto.


Da sinistra: Giuliano Boschi, Isak Gifting e Riccardo Boschi
Da sinistra: Giuliano Boschi, Isak Gifting e Riccardo Boschi

Una storia che ha emozionato profondamente e che ci siamo fatti raccontare meglio da Riccardo Boschi, da 25 anni al timone del team JK Racing, oggi affiancato dal figlio Giuliano.


Ciao Riccardo. Partiamo dall'inizio.

"L’inizio del weekend è stato sicuramente molto intenso; quella in Svezia è la gara di casa di Isak e già l'anno scorso qui aveva dimostrato di poter stare davanti. L’atmosfera di questa gara è sempre piacevole; tutta la famiglia e gli amici di Isak sono presenti e gli danno un grande supporto. Ma ancora più importante è il supporto che riceve dai fan; è una cosa inaudita. Non penso ci sia un altro GP che si possa comparare in termini di calore del pubblico. Le aspettative come ho detto erano alte e quindi di conseguenza per Isak e per il team stesso la pressione si sentiva".


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Anche il look era dedicato.

"Come ormai da tradizione, per questa gara abbiamo preparato un kit speciale di grafiche, abbigliamento e casco dedicato alla Svezia".


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Il sabato, però, non è andato benissimo.

"Durante la qualifica la pressione si è fatta un po’ sentire e Isak ha ritardato la partenza, di poco, ma quanto è bastato per non essere davanti. Non è partito bene, ma ha comunque salvato un decimo posto finale. La domenica c'era un'aria particolare, mi sentivo che qualcosa poteva accadere e che c’era speranza di fare bene. E infatti già nel warm up ha dimostrato la sua velocità".


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Gara 1 è stata rovinata dalla caduta con Gajser.

"Ha fatto una delle sue partenze, è stato fantastico, è riuscito a stare davanti per più di metà gara in terza posizione. Gajser, secondo la mia opinione, poteva aspettare e passarlo in un altro punto o qualche giro dopo. Ci sarebbe riuscito e avrebbero fatto sicuramente 3º e 4º. Invece con un’entrata un po’ troppo irruenta sono caduti entrambi. Il risultato è stato che Gajser non ha finito la gara e Isak ha fatto 17°".



E poi è arrivata gara 2.

"Un'altra bella partenza, terzo. Poi ha fatto quasi tutta alla gara in quarta posizione e io ero già al settimo cielo, perché considerando tutte le emozioni vissute nelle ultime ore quel risultato sarebbe stato già un’enorme soddisfazione. Poi è caduto Gajser e Isak è passato in terza posizione. E so bene che non è uno che si accontenta".


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Si arriva così a quegli ultimi tre giri.

"Voleva sicuramente dimostrare che era la sua giornata e quindi ha provato a passare anche Herlings. Ci è riuscito e a tutti noi sembrava di sognare. Poi ha voluto provare anche ad attaccare Febvre in prima posizione ed è riuscito anche questa volta. Purtroppo, come si sa, a mezzo giro dalla fine della gara è scivolato e quindi è svanito tutto".


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Cosa ti ha detto Isak dopo la gara? Era più amareggiato per la caduta o contento per la gara che ha fatto?

"All'inizio brucia, una caduta così fa male. A caldo era un po' disperato. Poi, però, ha iniziato a realizzare quello che ha fatto, ha visto che è venuta tanta gente, sono venuti i vertici Yamaha a complimentarsi, Paul Malin gli ha detto che erano anni che non si entusiasmava così. A quel punto ha comunicato a capire di aver fatto qualcosa di grande e si è tranquillizzato".


foto: Daniel Rodolfi


Alla fine sono le emozioni che contano.

"Un risultato rimane scritto, è vero, ma questa è una gara che sarà ricordata anche senza il risultato. Stando a tutti i messaggi e le chiamate che ci arrivano e quello che leggiamo sui media sarà un'impresa difficile da dimenticare per tutti".



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