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Come va la Ducati Desmo450 MX 2026

  • Immagine del redattore: Marco Gualdani
    Marco Gualdani
  • 3 giu
  • Tempo di lettura: 3 min

Abbiamo provato la prima Ducati da motocross della storia. Il test allo 04 Park di Faenza

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La Ducati Desmo450 MX 2026 in cinque parole: la moto perfetta per l'amatore. A Borgo Panigale sono riusciti a realizzare un mezzo fantastico dal punto di vista motoristico ed elettronico, con una ciclistica da capire. Nella giornata a nostra disposizione sul circuito 04 Park Monte Coralli di Faenza, che oggi fa capo ad Andrea Dovizioso e alla FMI, abbiamo avuto modo di mettere alla prova la prima Ducati da motocross della storia, un concentrato di tecnologie e innovazioni tecniche che, messe tutte insieme, portano un risultato da analizzare punto per punto.


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Iniziamo col dire che il motore, caratterizzato dalla distribuzione desmodromica, è qualcosa di spettacolare. L'erogazione, la trattabilità, le scarse vibrazioni, il rumore limitato, sono sensazioni molto particolareggiate, che solo lei sa regalare. In mappa rossa (cioè full power) dimostra un ventaglio di utilizzo molto ampio, rispondendo presente sin dal primo tocco gas fino agli alti regimi, che raggiunge con incredibile linearità.


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Quando si parla di distribuzione desmodromica si pensa subito alle potenzialità dell’allungo, ma i vantaggi di questa tecnologia non sono affatto limitati a quel reparto, bensì riguardano tutta la curva di erogazione. Questo è un motore che non spaventa per potenza assoluta, ma che ha come pregio quello di vantare una trattabilità che ti fa sembrare di andare piano, quando in realtà sei molto veloce. La perfezione assoluta? Non è detto, perché potrebbero esserci dei risvolti nel reparto ciclistico da considerare.


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Eh sì, perché la parte ciclistica è un po' da capire. La moto ha un assetto con retrotreno alto per struttura, pur vantando sospensioni molto morbide che portano il posteriore a lavorare basso. Sì, è un controsenso, ma l’idea che ci siamo fatti è che questo risultato derivi dal mix di tante cose nuove e allo stesso tempo molto particolari in gioco: il cannotto di sterzo fuso con le travi laterali, l’inerzia della distribuzione desmodromica e l’altezza del baricentro che ne deriva, la posizione del monoammortizzatore, la progressività del link, la taratura delle sospensioni ecc.


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La Desmo450 MX sfrutta la famosa alimentazione rettilinea della distribuzione, cioè con collettore passante sopra al mono. Chi ci segue saprà che spesso trattiamo questo tema e che evidenziamo come questa scelta tecnica migliori il funzionamento del motore, ma sia poi un compromesso ciclistico, perché obbliga il mono a essere posizionato più in basso, con il risultato di essere più corto e avere comunque una sensazione di posteriore alto strutturalmente; in certi casi (vedi alcune concorrenti jap) questa scelta ha comportato una reattività della moto fin troppo eccessiva. Cosa che la Desmo450 MX non soffre.


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Per evitare il problema, Ducati ha scelto di compensare la posizione de mono con un cinematismo del leveraggio molto progressivo, che filtra molto le reazioni del posteriore. Tuttavia, il risultato di questo cocktail, che mescola particolari scelte ciclistiche e motoristiche, ci ha portato a evidenziare una dinamica particolare della moto. In staccata resta alta dietro, ma allo stesso tempo non ha quell'agilità che ti fa centrale il canale in modo naturale, per poi curvare bene una volta inserita. La stabilità non manca, ma c'è da evidenziare come dimostri un comportamento non sempre costante in condizioni di diverso grip. Quelle sulla ciclistica sono sensazioni che ci piacerebbe approfondire, anche su piste più bucate rispetto alle ideali condizioni del test.



Per quanto riguarda l'elettronica, la Desmo450 MX stabilisce dei nuovi riferimenti assoluti. Il Traction control è di gran lunga il miglior prodotto mai provato e finalmente ha un comportamento degno di questo nome. Quando il posteriore pattina non si ha più un taglio di potenza, ma si ha un recupero del grip, proprio come sulle moto stradali. Questo ti permette di guidare più tranquillo e di non avere remore nell'utilizzo del gas, anche se il terreno nella giornata di prova garantiva già un alto livello di grip.


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Giudicandola nel complesso, emerge un ottimo livello di comfort generale, l'ergonomia è piacevole, la frizione fa il suo lavoro, i freni sono allineati al carattere della moto, cioè non esplosivi ma molto ben modulabili. Ducati ha fatto una gran bella moto ed è entrata nel motocross con un prodotto molto competitivo sin da subito per prestazioni, qualità costruttiva, design, tecnologia, originalità.


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