Tony Cairoli racconta 40 anni in 10 foto!
- Marco Gualdani

- 23 set
- Tempo di lettura: 4 min
Antonio ha ripercorso i suoi primi 40 anni attraverso 10 immagini in questa intervista esclusiva!

Oggi, martedì 23 settembre, Tony Cairoli compie 40 anni. Un compleanno importante, che va celebrato come si deve. E noi abbiamo pensato di realizzare una intervista particolare, sedendoci al tavolo con lui e mostrandogli 10 foto che rappresentano 10 temi importanti della sua carriera di pilota, ma anche della sua vita come uomo.

Le 10 foto sono dedicate a: la sua famiglia, la moglie Jill, i figli Cody e Chase, gli avversari, le cadute, le vittorie, i tifosi, il team manager De Carli, la Ducati e la moto in quanto passione di vita. Il risultato è quello di una intervista molto sincera, dove Tony ha parlato di temi e argomenti inediti e che vi proponiamo qui sotto, con un estratto da leggere e il video completo da vedere, in fondo alla pagina. Buona lettura e buona visione!
“Ovviamente comincerei dalla famiglia, perché comunque è la cosa principale; i miei genitori mi hanno sempre sostenuto in questo sport molto difficile, molto dispendioso anche specialmente per noi, per tutti i km che dovevamo fare, i soldi, i sacrifici, coniugare anche la scuola. Però devo dire che loro mi hanno sempre supportato, il fulcro di questo mio successo sicuramente parte da loro e sarà per sempre così”.

La seconda immagine è quella delle cadute.
“Purtroppo sono una parte molto brutta, però fondamentale anche per crescere, perché subire un infortuno ti fa perdere l'orientamento a livello anche di routine, allenamenti. Tutti problemi che poi ti presentano il conto in pista, perché i risultati non vengono, sia perché ti sei fatto male o sia perché hai sbagliato, hai sottovalutato tante cose. Qualche titolo mondiale l’ho perso per infortunio, però alla fine anche questo fa parte del percorso di un pilota e io sono sempre stato un pilota che non ha mai dato il 110%, sapendo che questo sport è pericoloso si è fatto senza la testa”.
Non tutti sono come te.
“Un grande esempio è quello di Jeffrey Herlings, uno che sicuramente poteva vincere qualcosina in più, ma non avendo avuto il cervello a posto per chiudere il gas in certi momenti. Avrebbe sicuramente portato a casa sicuramente molto di più di quello che ha adesso. Io non ho mai dato il 110%, lui non ha mai dato il 90, quindi sono due esempi sicuramente di due piloti diversi”.

Gli avversari non ti sono mancati.
“Sono stato anche fortunato ad avere un'era di avversari molto varia e quindi mi sono anche dovuto adattare molto a tanti stili e tanti approcci alla gara diversi in questi anni. Sono sempre stati avversari che mi hanno messo sicuramente a dura prova, chi in velocità sul giro, chi in battaglie mentali come Purcell, che sicuramente è uno di quelli più, lascia passare il termine “stronzo”; è proprio stato uno con cui a livello mentale ci siamo confrontati molto, quindi lo rispetto molto".
De Carli è stato il personaggio che ha dato una svolta alla tua carriera.
“Non c’è nessuno in tutto il mondo come Claudio De Carli. E me ne sono accorto adesso che ho avuto modo di lavorare con tante persone al di fuori del suo team, anche in America. A livello tecnico non c'è storia, sta un passo avanti agli altri. Non dorme la notte, pensa a quello che si deve fare per partire davanti, per aggiustare la moto; non ci sono più personaggi di questo genere, il motocross ormai è gestito da personaggi con i soldi, ma senza competenze tecniche. Si pensa più ad avere 6-7 camion, più che alla tecnica e alla passione per aiutare a crescere qualche pilota”.
Poi c’è Jill.
“Le ragazze a un pilota possono fare bene o male, nel mio caso avere Jill è stato un bene, è stata sicuramente una tranquillità extra, non si è mai intromessa nelle scelte tecniche o scelte di team, mi supportava solo su quello che è giusto che sia per una ragazza, che poi dà via tanto del suo tempo. Lei è stato sicuramente un plus nella mia carriera, che mi ha messo tantissima tranquillità e mi ha dato tanto spazio per fare il mio meglio. Ancora adesso è lì che supporta”.

Dall’amore con Jill sono nati Chase e Cody.
“Essere diventato papà sicuramente dà tante responsabilità in più, però è una grossissima soddisfazione. Entrambi sono nati in questo mondo, quindi è difficile che si appassionino ad altro, però noi diamo il massimo supporto per fare qualsiasi cosa vorranno fare quando saranno un po' più grandi. Chase è già partito abbastanza in quarta con le moto e sembra essere molto portato.Vedo che anche se ho dato zero consigli, lui è uno che potrebbe fare un bel saltino tra qualche anno”.
Passiamo alle vittorie. Erano un’ossessione quando eri al top?
“La vittoria è stata un'ossessione e questo generava una grossa pressione, perché dal primo anno, dal 2004, quando sono entrato a fare il Mondiale a tempo pieno, abbiamo vinto subito un gran premio, quindi le aspettative sono subito state alte e così sono rimaste fino al 2021. Nessuno è riuscito a tenere un ritmo del genere per così tanto tempo. Per farlo ho sempre sacrificato tante cose e adesso che ho staccato mi sono dedicato a fare lo sviluppo del progetto Ducati posso divertirmi e fare quelle gare che mi piace fare, ma sempre con il massimo impegno”.L’ultimo argomento è la moto“È indispensabile, penso che non riusciremo mai a toglierla dalla nostra mente; è la prima cosa a cui pensi la mattina e l’ultima la sera. Prima dovevo pensare più a vincere, oggi è puro divertimento, anche nel tempo libero. La moto è sempre presente nella mia vita e così sarà per sempre”.
Buon compleanno Antonio.











